Dal donare per fare la cosa giusta al donare quando è il momento giusto. È questo il cambio culturale che il Piano sangue e plasma regionale intende perseguire nei prossimi anni.Lo hanno spiegato il direttore del Centro regionale sangue Emilia Romagna Claudio Velati e il presidente di Avis regionale Andrea Tieghi che ieri pomeriggio sono intervenuti nella sala delle colonne dell’ospedale di Piacenza per presentare appunto le linee programmatiche del Piano regionale: a introdurre l’incontro è stata la presidente provinciale di Avis Laura Bocciarelli, che a margine dell’evento ha evidenziato il quadro della situazione piacentina. «Al primo semestre di quest’anno sono state 7.648 le sacche di sangue raccolte» ha spiegato Bocciarelli, «ogni sacca contiene 410 millilitri.
Più di novemila sono i donatori invece. Incontri come questi sono importanti perché permettono di spiegare quale sia l’obiettivo di riorganizzazione del Piano sangue e plasma regionale». Sul territorio piacentino una dimostrazione è già venuta dalla chiusura di circa il cinquanta per cento dei punti Avis locali «a favore di un riordino della rete di raccolta» come ha spiegato Tieghi: «Sul territorio piacentino si è passati da 39 a 21 punti» ha spiegato il presidente regionale di Avis insieme a Bocciarelli, «la riduzione dei punti di raccolta va intesa come un passo da fare verso il miglioramento della qualità anche alla luce dell’accreditamento necessario per ogni sede».
Al di là della sede piacentina comunque il Piano sangue e plasma regionale, approvato lo scorso anno e valido fino al 2015, prevede una serie di obiettivi ambiziosi: «I tratti essenziali sono innazitutto quelli relativi a un grande rilancio delle attività della medicina trasfusionale» ha spiegato Velati, «oltre allo sviluppo dei suoi settori specifici come quelli relativi a una migliore sicurezza e alle possibilità trasfusionali selettive. C’è poi il discorso relativo alla creazione di un unico sistema informatico che possa rendere tacciabile tutta le rete trasfusionale». In pratica, e Velati non lo nega, il Piano sangue e plasma regionale punta a un vero e proprio cambio culturale epocale: «Il passaggio deve essere quello verso una donazione fatta al momento giusto» ha continuato il direttore del Centro regionale sangue, «donare sangue è sempre una cosa giusta, un’azione lodevole.
Ma è altrettanto importante che la donazione venga fatta al momento giusto quando ce ne è bisogno: il sangue dura 42 giorni, le piastrine 5. Non sono risorse eterne e dunque non possono essere sprecate».