C’è chi possiede una mente più analitica e chi preferisce invece mansioni operative come l’organizzazione di eventi e iniziative. Chi predilige occuparsi di comunicazione e promozione dell’immagine di Avis e chi per contro sceglie di impegnarsi nell’amministrazione. Chi si pone in prima linea e chi lavora dietro le quinte. Tutte le attitudini in Avis sono complementari, finalizzate alla crescita dell’Associazione.
Donatella Zerbini è l’attuale consigliere economico e finanziario di Avis Provinciale Piacenza. Impiegata amministrativa, contabile e esperta di questioni fiscali per conto dell’azienda di famiglia, riveste nell’Associazione il ruolo di Tesoriera. “Resto prima di tutto una volontaria con più di 20 donazioni all’attivo. In Avis le cariche vengono assegnate in base alle capacità e alla preparazione dei candidati. Per quanto mi riguarda ho solo messo a disposizione delle competenze che ho acquisito nel corso del tempo in ambito professionale”. Già consigliera, Donatella Zerbini si accinge a concludere il suo mandato da Tesoriera e si prepara al passaggio di consegne previsto dal rinnovo delle cariche associative in programma questa Primavera. “Mi ricandido a rimanere in Consiglio Provinciale di Avis ma ho concluso il mio secondo mandato consecutivo come Tesoriera e da Statuto non posso più ricandidarmi, almeno per i prossimi 4 anni”.
Per diventare Tesoriera, Donatella Zerbini ha maturato una profonda conoscenza del funzionamento dell’Associazione. E’ volontaria Avis sin dal compimento della maggior età. Ha cominciato guidando il Gruppo Giovani. E’ poi entrata nel Consiglio di Avis Provinciale e infine, data la sua specializzazione, ha ricoperto il ruolo di Tesoriera. In parallelo, ha continuato a partecipare alla vita associativa della sua Comunale di riferimento, Castelvetro Piacentino, di cui oggi è Presidente. “Avis ha la caratteristica di tirar fuori il meglio dai suoi volontari, di assecondare le loro inclinazioni individuali”.
Come descriveresti il tuo ruolo in Avis?
Il Tesoriere è un incarico volontario. E’ colui che mette a disposizione le proprie capacità amministrative e di gestione. In questo compito si avvale del supporto e della collaborazione degli altri membri del Consiglio e dei dipendenti Avis. Non è un ruolo prettamente esecutivo. E’ un consigliere “politico” che partecipa al processo decisionale e delibera in seno al Consiglio. Più nello specifico è mio compito redigere piani finanziari e analisi economiche per agevolare le delibere di spesa dell’Associazione. Inoltre, mi occupo di revisionare i conti, di controllare il bilancio associativo. Porto interpretazioni e valutazioni economiche all’attenzione del Consiglio che si esprime collegialmente, in ultima istanza, sulla realizzabilità dei progetti. Per fare un esempio concreto: l’imminente cambio di sede di Avis Provinciale comporta delle spese. Tocca a me, in questi casi, formulare una stima sui costi dei lavori di adattamento dell’immobile alle esigenze associative e proporre soluzioni economicamente sostenibili.
Che cosa hai imparato facendo la Tesoriera? Che cosa ti ha insegnato a livello di competenze e di rapporti umani?
Avis mi ha dato e continua a darmi tanto. A livello di relazioni, è un esercizio permanente di dialogo e di confronto con gli altri. Mi ha insegnato ad ascoltare, ad essere flessibile. A livello personale, ho imparato a mediare e a essere più diplomatica.
Per quanto riguarda le competenze, ho avuto il privilegio di lavorare a fianco di grandi professionisti, audit e revisori di conti più esperti. Ciò mi ha permesso di crescere professionalmente oltre che umanamente.
Che competenze deve avere il tuo successore?
Basterebbe un minimo di preparazione in economia. Avere la capacità di stilare dei piani finanziari, possedere delle semplici nozioni di tecnica contabile. Sapere analizzare i dati. Non bisogna essere per forza dei commercialisti ma deve esserci quella “forma mentis”, quell’attitudine e quella predisposizione a lavorare con i numeri, ad analizzare le questioni di Avis dal punto di visto economico finanziario.
“Tesorieri si diventa”: che consigli daresti ai giovani desiderosi di crescere in Avis, di passare da donatori a dirigenti?
Consiglio di non spaventarsi. Non è un ruolo fuori dalla loro portata. Molti ragazzi possono anzi scoprire di avere quel tipo di vocazione all’interno dell’Associazione, la quale garantisce sempre formazione e affiancamento ai nuovi eletti.
Tuttavia, per cominciare, raccomando anche di farsi le ossa da volontari. La crescita in Avis avviene spontaneamente e con gradualità, l’Associazione è sempre attenta ad assecondare e valorizzare al meglio le competenze dei suoi componenti. E’, poi, un ambiente sano e solidale in cui tutti si possono esprimere liberamente senza la paura di essere criticati e in cui ci si aiuta e si lavora insieme.
Il candidato ideale è un giovane, ambizioso, curioso, volenteroso di approfondire i meccanismi interni di Avis e di trovare una sua collocazione nell’Associazione che gli permetta di esprimersi compiutamente. Deve avere quella tensione emotiva che lo porta a impegnarsi sempre di più per il bene collettivo, superando il gesto, pur fondamentale, della semplice donazione di sangue. Avis è un mondo molto più ampio con una sua tradizione e cultura del dono in senso lato.
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