Raccontare il mondo Avis significa scoprire un universo ricco di sfumature, di persone dalle origini più disparare, di comunità che abitano a Piacenza e Provincia e di una società che cambia. E’ il caso di Marjan Atanasov, un uomo di origine macedone, ambasciatore del suo paese, donatore e consigliere dell’ Avis Comunale di Piacenza.
Nel mondo anglosassone li chiamano “Community leader”. Un titolo ufficioso guadagnato sul campo e attribuito a una persona carismatica, influente all’interno della sua comunità. Qualcuno di rispettato e ascoltato fra “i suoi” e interlocutore privilegiato con le Istituzioni locali.
Marjan Atanasov ha 48 anni ed è di nazionalità italiana. Il cognome rivela però origine balcaniche, macedoni per la precisione. La Macedonia del Nord è una Repubblica giovane, nata sulle ceneri della Jugoslavia. “Sono cresciuto in un paese composto da varie nazioni e religioni dove la tolleranza e il riconoscimento delle diversità era la regola”.
Laureato in Scienze Politiche all’Università di Skopje (la capitale del paese), Marjan è emigrato alla fine degli anni ’90 in Italia ed ha sempre vissuto a Piacenza, città dove ha trovato lavoro, si è sposato e ha formato una famiglia. Oggi Marjan è impiegato commerciale in un’azienda della città mentre sua moglie è medico geriatra presso l’Ausl locale e suo figlio Giorgi, diplomato al Gioia, studia Filosofia e Storia dell’Arte all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Quinta comunità straniera più numerosa della Provincia, la presenza macedone riflette una catena migratoria di carattere regionale riconducibile a Strumica, una città situata nella parte sud-orientale del paese. Giunti a Piacenza a partire dalla metà degli anni ’90, tradizionalmente sono impiegati nell’edilizia come muratori, imbianchini e manovali. “Siamo un popolo di gran lavoratori, specializzati nel settore delle costruzioni anche se ora molti hanno un’educazione superiore e sono diventati artigiani, imprenditori, professionisti”.
Nel tempo Marjan si è distinto per il suo impegno a favore dell’integrazione dei suoi connazionali, per una sensibilità e un’abilità alla mediazione, per essere il punto di riferimento dei Macedoni di Piacenza. Oltre al suo lavoro in azienda, svolge l’attività di interprete giudiziario. Cristiano ortodosso e ambasciatore non ufficiale del suo paese di origine, Marjan ha fondato nel 2003 la prima associazione per la promozione della cultura macedone della città (“Sonce Sole”), con sede presso la Caritas. La comunità si riunisce in preghiera presso la Chiesa di San Fermo in Piazza Cittadella. “Dopo aver scritto una richiesta ufficiale alle autorità religiose del mio paese di origine, hanno mandato un prete ortodosso in pianta stabile. Era importante per i Macedoni di Piacenza poter praticare la loro confessione e sono orgoglioso del ruolo di mediatore che ho ricoperto”.
Iscritto dal 2004 all’Avis Comunale di Piacenza, Marjan è anche consigliere e si ricandida per un nuovo mandato nell’imminente rinnovo delle cariche associative.
Quando e perché hai cominciato a donare sangue?
E’ un valore che mi è stato trasmesso in famiglia. I miei genitori erano donatori e sin da piccolo ho respirato quel senso di solidarietà nei confronti dei più fragili. Decisiva è stata l’influenza di mio padre, un ex militare: un buon soldato non pensa solo a salvare se stesso ma si preoccupa anche degli altri, a partire da chi si trova in difficoltà. Ecco, io sono un po’ così, mi piace dare una mano a chi ha bisogno.
Ho sempre interpretato questo gesto per quello che è: un sacrificio individuale minuscolo a favore di un interesse molto più grande. Ovvero la salvezza di persone per cui ricevere il sangue è vitale. Quando ho cominciato a donare avevo poco più di 18 anni e nell’ex Jugoslavia era la Croce Rossa ad organizzare la raccolta.
E in Italia come ti sei avvicinato all’Avis?
Quando sono arrivato a Piacenza avevo le idee chiare: imparare l’italiano, lavorare e aiutare i miei connazionali. Così, ho subito cercato l’organizzazione che si occupava di donazione di sangue e plasma. Non sapevo ancora dell’esistenza di Avis ma avevo già intravisto il logo con la goccia di sangue e letto sui giornali di questa opportunità. Tuttavia è grazie alla “Giornata della donazione dei migranti”, un evento pubblico di Avis che ho capito di aver trovato l’Associazione giusta. Così, con una ventina di connazionali ci siamo presentati e sottoposti all’idoneità.
Cerchi di coinvolgere altri ragazzi macedoni ad avvicinarsi alla donazione?
Nella mia quotidianità, continuo a praticare l’Intercultura con i fatti più che con le parole. Consapevole delle mie origini e della mia preparazione, ho sempre cercato di costruire dei ponti fra i Macedoni di Piacenza, le Istituzioni e la Società civile. E’ grazie al mio appello se una delegazione di diplomatici macedoni è stata invitata a Piacenza in rappresentanza di una comunità sempre più numerosa, laboriosa e attiva in ambito sociale. Da Piacenza abbiamo ricevuto tanto, anche il riconoscimento di poterci riunire e praticare il nostro rito cristiano. Ho convinto più di un ragazzo macedone a donare e continuo a farlo con il dialogo e con i nuovi media. Desidero sempre lasciare una testimonianza concreta e mi piace documentare con fotografie e filmati i momenti di donazione e di socialità e condividerli poi nelle reti sociali. Le immagini incidono più di ogni parola. Su Facebook e Instagram sollecito la mia comunità a donare, mi rivolgo a loro personalmente scrivendo in cirillico e spiegando che tutti possono contribuire. Avis non ha razza né religione.
Oggi faccio parte del Consiglio della Comunale di Piacenza ed è per me fonte di orgoglio. Sono grato per la stima e la fiducia che la famiglia Avis esprime nei miei confronti.
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