Sessant’anni sono un traguardo importante. Soprattutto se ognuno di quegli uomini, di quelle donne che ne hanno scandito lo scorrere ha dato qualcosa di sè, di molto importante, per salvare una vita umana. L’Avis provinciale, che riunisce migliaia di anonimi donatori di sangue, compie 60 anni. E lo fa nella migliore delle maniere: piantando degli alberi, che meglio di tutto parlano di salute, di futuro, di gratuità.
L’attuale presidente è una donna, Laura Bocciarelli. A marzo del 2017 dopo 8 anni di mandato sarà sostituita, come da statuto, e stesso cambio interesserà tutte le cariche organizzative dell’Avis provinciale. Ma adesso sarà ancora lei a tenere le redini dell’associazione al traguardo dei 60 anni, e a ricordare che «questo è sicuramente un traguardo importante: se siamo qui è grazie non solo ai presidenti, ma soprattutto grazie ai volontari e ai donatori». Che sono in aumento, e questa – in una società governata dall’individualismo spinto – è già di per sè una bella notizia.
L’ultimo report Avis indica che i donatori piacentini sono 9.204 di cui 6.674 maschi (72,5%) e 2.530 femmine (27,5%) con un’età media di 45 anni. Dall’inizio dell’anno 2016 sono state 880 le visite di idoneità eseguite, di cui 130 dopo il terremoto del 24 agosto; 10mila circa le donazioni di sangue intero e 1.350 le donazioni di plasma.
«Il terremoto nel Centro Italia – prosegue Bocciarelli – ha veramente smosso le coscienze. Molti, dopo quell’evento, ci hanno contattato per diventare donatori. Donatori per tutti, lo sottolineiamo. Noi infatti ci auguriamo che l’impegno assunto, ogni volta, non sia sporadico. E’ giusto dare una risposta alle emergenze, come è stata appunto l’ultima del terremoto. Ma ricordiamo che il bisogno di sangue è quotidiano».
«Gli alberi che ci apprestiamo a piantare – sottolinea – cresceranno in un futuro che noi desideriamo vivo, ricco e generoso anche per le donazioni di sangue. Abbiamo voluto lasciare questo segno perché i sessant’anni non fossero solo una ricorrenza, ma uno spazio aperto al domani della nostra città e del nostro territorio. Abbiamo bisogno di guardare avanti, e Avis ha bisogno di persone sempre nuove. La goccia che gli studenti hanno ideato è per lasciare di noi e dei nostri sessant’anni un segno tangibile, con lo sguardo avanti però». Esiste, a livello regionale e anche a livello superiore, nazionale, un sistema, grazie al quale ogni luogo, ogni fucina di donazione fruisce di una compensazione (per dire, Piacenza oggi aiuta un’altra località, e domani un’altra località, in caso di necessità, interviene a dare una risposta). «I giovani? I neo diciottenni non sono tanti, è difficile che accada. Se accade, è perchè sono figli di avisini già in pista. L’età media dei nostri donatori si aggira sui 45-46 anni, ma anche diventare donatori a 50 anni offre ancora 15 anni di potenziali donazioni di sangue». Attualmente a comporre sul territorio la rete dell’Avis sono anche 40 sezioni comunali(che su 48 comuni della provincia sono praticamente un record) e venti punti di raccolta, oltre chiaramente a quello ospedaliero. «A marzo – conclude Bocciarelli – finirò il mio mandato, il secondo e ultimo. Sarà un momento di rinnovamento che toccherà anche le cariche associative. E anche di questi volontari avremo bisogno, perchè l’organizzazione necessaria non è da poco».
Simona Segalini (Libertà, 07/10/2016, pag. 12)
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