Saranno molto più di novanta minuti di calcio. Sarà una partita per il bene più prezioso, la vita. Domenica 28 maggio, la Nazionale Italiana Calcio Trapiantati sfiderà una rappresentanza del Bobbio e del 118 Piacenza in un’amichevole dove, a vincere, qualunque sia il risultato finale, sarà soprattutto la voglia di lottare e di combattere una battaglia grande, quella per una vita normale, anche dopo un trapianto.
La tradizionale “Partita per la vita”, uno degli appuntamenti che la comunità piacentina accoglie con maggiore affetto (lo scorso anno, era stata a Gossolengo), farà tappa quest’anno a Bobbio, nel cuore della Valtrebbia, dove allo stadio comunale “Bianchi” la partita, prima della sfida vera e propria, sarà presentata da un “arbitro” d’eccezione, la giornalista di Telelibertà Marzia Foletti.
Alle 11.30, le squadre saranno ufficialmente presentate in piazza Duomo; alle 12, è previsto un aperitivo; a seguire, alle 14.30, la partita dei piccoli calciatori, i “pulcini”. Il rettangolo verde si tingerà poi di emozione con l’entrata in campo della Nazionale e degli avversari, alle 15.30. A sostenere e tifare il secondo Memorial Pierluigi Braghi, ci sono una sfilza di sponsor da tutta la provincia e, soprattutto, Admo, Avis e Aido, oltre al Comune di Bobbio, l’Accademia della cucina piacentina e il Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna.
Nel 2016 in Emilia-Romagna sono aumentati del 20% i donatori e del 24,2% i trapianti. Di conseguenza, le persone in lista d’attesa sono scese da 1.272 a 1.084, la metà delle quali provenienti da altre regioni. Sono poi oltre 266mila i cittadini che hanno espresso il “Sì” alla donazione degli organi e dei tessuti: numeri che collocano la regione al primo posto in Italia (e Piacenza conta numerose eccellenze scientifiche nei settori), assieme alla Valle d’Aosta, per numero di consensi rispetto alla popolazione. «Per noi è un onore ospitare la partita del cuore nel nostro territorio», ha commentato il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali. «Sarà una giornata importante, che servirà a tutti noi per riflettere sulla testimonianza di chi dà un “calcio” alla malattia e sulla bellezza della generosità».
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