Avis non rima soltanto con donazione di sangue e plasma.  Dietro al gesto del dono esistono dei valori, una cultura, una coscienza, una formazione da imprimere nelle giovani generazioni.  Un lavoro di prospettiva di cui si occupa Mina Sibra, coordinatrice dell’Area Scuola di Avis Provinciale Piacenza

Costruzione della coscienza civica, formazione alla cittadinanza, rispetto della diversità, educazione alla salute, lotta all’obesità, promozione di corretti stili di vita, sviluppo dell’affettività e della sessualità, prevenzione della tossicodipendenza.  C’è tutto questo dietro al lavoro dell’Area Scuola dell’Avis Piacenza Provinciale.  Un campo di azione strategico che guarda al futuro nella convinzione di crescere una comunità sana e positiva, preparandola alla cultura del dono.

Dalla scuola materna alle superiori.  La presenza dell’Avis nelle scuole è un dato ormai consolidato.  Appositi Protocolli d’Intesa fra il Miur e l’Associazione e fra quest’ultima e l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna inquadrano normativamente le attività dell’Avis presso gli istituti.

A coordinare l’Area Scuola dell’Avis Piacenza Provinciale sono la referente e consigliera provinciale, Susanna Miserotti e Mina Sibra.  Insieme si occupano di ideare e implementare i progetti e gli interventi di sensibilizzazione per le nuove generazioni.

Mina Sibra è una collaboratrice con alle spalle 33 anni in Avis.  E’ una veterana dell’Associazione nonché donatrice.  “Sono entrata come impiegata appena conseguita la maturità.  Nel tempo, rispondendo a un’esigenza di specializzazione, ho cominciato ad occuparmi di gioventù.  Non è possibile improvvisare per un’Associazione con la storia e l’immagine dell’Avis.  Bisogna restituire preparazione, credibilità e la percezione di un’Associazione che nonostante i suoi 93 anni di vita ha saputo tenere testa ai cambiamenti della società”.

Ad affiancare Mina Sibra nella promozione dell’Associazione sulle reti sociali Facebook e Instagram c’è Sara Pozzi, social media manager in erba e studentessa in Scienze della Comunicazione, che sta svolgendo il Servizio Civile.  “Nel 2019 Avis è risultata sede accreditata per il Servizio Civile con un progetto specifico che prevede il potenziamento della comunicazione digitale.  La nostra presenza sui social è quotidiana”.

La crisi sanitaria ha rallentato le attività dell’Area Scuola.  Il contatto e la relazione diretta con gli studenti ha sempre contraddistinto le iniziative dell’Avis.  “Tuttavia siamo pronti a ripartire adattandoci alle nuove forme di comunicazione a distanza consapevoli che ci aspettano nuove sfide e obiettivi da centrare sulla scia dei risultati finora ottenuti.

L’Avis è oggi un’organizzazione moderna che sa parlare ai giovani. “Nel 2018-2019 abbiamo visitato 195 classi di ogni ordine e grado e incontrato 2850 studenti dai 5 ai 18 anni”. Ogni progetto dell’Area Scuola è pensato e calibrato in base all’età e al ciclo di studi e la professionalizzazione del personale non sanitario si è dunque affinata.

Ma non è sempre stato così.  Appena 20 anni fa non esisteva un “Dipartimento delle politiche giovanili” in Avis. “Dei volontari, spesso anziani, si recavano nelle scuole e replicavano la lezione di scienze, spiegando con diapositive la circolazione sanguigna, la differenza fra globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, un approccio troppo freddo e didattico che oggi non funziona più”.   C’era invece una necessità di coinvolgere diversamente “di mettere avanti i nostri valori, di sagomare delle nozioni scientifiche per un pubblico diverso, di gettare le basi e perseguire la costruzione di una coscienza civica”.

Oggi a chiamare l’Avis, oltre ai professori di scienze e biologia, sono i docenti di italiano, di storia e di ginnastica per la molteplicità di principi di cui Avis è portatore.  Il linguaggio e la modalità di trasmissione in un mondo interconnesso fatto di realtà virtuale e comunicazioni immediate sono cambiati.  Non gli insegnamenti di fondo.  “Accedere all’Avis significa assumersi, nei confronti della società, delle responsabilità tipiche dell’età adulta.  Deve essere un passaggio segnante nella vita dei ragazzi paragonabile al diritto di voto, all’ottenimento del diploma di maturità o della patente.  Per sostenere questa consapevolezza è necessario fare leva sul protagonismo dei giovani, sulla loro voglia di distinguersi e di crescere, sul loro entusiasmo, sul loro desiderio di fare parte di un gruppo e di trovare un senso alle cose attraverso esempi virtuosi”.

La trasversalità e la versatilità dei messaggi di Avis favoriscono la nascita di comunità di giovani donatori che condividono ben più del dono del sangue.  Si tratta di una priorità che l’Avis intende perseguire in vista di un fisiologico rinnovo generazionale delle cariche, dei volontari e dei soci e dare così continuità a un lavoro che parte da lontano.

 

Nel dettaglio, tutti progetti dell’Area Scuola dell’anno 2019-2020.