Ripartono gli incontri in presenza presso gli istituti della città e della provincia con un progetto rivolto all’adolescenza. L’intervista all’ideatrice dell’iniziativa, la psicologa Bibiana Maffi, specializzata in educazione sessuale.

 

Dopo la pausa obbligata dettata dall’emergenza sanitaria e dalle vacanze estive, Avis è tornata nelle scuole.  Da inizio ottobre sono già due quelle visitate.  A San Nicolò e a Gragnano, alle quali si aggiungeranno a breve le visite agli istituti di Carpaneto, Calendasco, Cadeo, Gazzola, Lugagnano, Vernasca, Morfasso e Agazzano.  Un calendario fitto che si sta delineando in conformità con le norme di sicurezza anti Covid.   A portare nelle aule di quinta elementare e terza media il progetto “Affettività e sessualità” sono Emanuele Mastrogiacomo, dottore in scienze motorie e tecnico della riabilitazione e Bibiana Maffi, psicologa e psicoterapeuta.  Si tratta di un ciclo di incontri lanciato nel 2016 in collaborazione con l’Area Scuola di Avis Provinciale Piacenza che si inserisce nel quadro della cura del benessere psico-fisico e della promozione di corretti stili di vita fra le nuove generazioni.  Valori che da sempre l’Associazione persegue.

Dal rispetto di sé e dell’altro al dono come gesto d’amore, dalle relazioni interpersonali alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Sono diversi i temi affrontati nei 4 incontri della durata di due ore ciascuno, svolti in orario scolastico.

Le lezioni si aprono con una sorta di brainstorming in classe, con dei vocaboli trascritti sulla lavagna dalla dott.ssa Maffi.  Sono i termini che i ragazzi associano alle parole “Affetto” e “Sesso”.   E’ un modo per rompere il ghiaccio e per stimolare i giovani ad esprimersi liberamente.  “La struttura dei corsi permette di approfondire gradualmente alcuni aspetti fondamentali per la crescita dei ragazzi.  In prospettiva, vorremmo coinvolgere tutti gli istituti del territorio e adattare il progetto agli alunni delle elementari”, spiega Bibiana Maffi.  Piacentina di Roveleto, laureata in psicologia all’Università di Parma, la dott.ssa Maffi è specializzata in educazione sessuale e si occupa di scuola dal 2015.

Come nasce questo progetto e quali sono le sue finalità?

Nasce da una mia idea e da una necessità.  Quella di combattere le conseguenze di una cattiva o carente educazione sessuale e la disinformazione che prolifera su internet e sui social, veicolando invece messaggi corretti e avveduti su dei temi così delicati.  Il progetto parte da argomenti quali il rispetto e l’amore per il prossimo e arriva ad affrontare la questione della prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili e alle gravidanze indesiderate. 

L’obiettivo è di formare le nuove generazioni fornendo loro gli strumenti ideali per compiere, un domani, delle scelte consapevoli e responsabili rispetto alle conseguenze di una sessualità mal gestita anche a livello emotivo e psicologico.

La forza di questo progetto risiede nella sua interattività. Non è una lezione di scienze, applichiamo delle metodologie pratiche grazie alle quali i ragazzi scoprono con serenità e equilibrio il tema della sessualità.

Quali sono le affinità del corso con le attività dell’Avis?

Il denominatore comune fra l’Associazione e il mio lavoro di psicologa nelle scuole sono i valori condivisi.  Donare sangue è un gesto di amore per la comunità.  Il progetto rientra nella volontà di promuovere i principi di generosità, diversità e altruismo, favorendo lo sviluppo della personalità dei ragazzi, della loro salute psicofisica e contribuendo in maniera decisiva alla loro crescita individuale.

Quale è il riscontro fra i giovani?

E’ un progetto di prospettiva che funziona e piace ai giovani.  Molti di loro non hanno mai affrontato questi temi con una figura adulta e preparata pronta ad ascoltarli.  Passato il primo momento di imbarazzo, i ragazzi riescono a concentrarsi e ad aprirsi su certi argomenti.  Abbiamo trovato la chiave per parlare con semplicità e serietà di temi che suscitano un’enorme curiosità.   

Quali sono le reazioni dei genitori rispetto al vostro progetto?

I rapporti con i genitori sono ottimi.  C’è collaborazione e interesse da parte loro.  Prima di ogni ciclo di incontri è nostra premura effettuare dei colloqui preliminari con i genitori per illustrare nella massima trasparenza i contenuti del progetto e le sue finalità.  Questo offre la possibilità di confrontarsi e di esprimere e condividere idee e opinioni.  Più in generale, molti genitori sono soddisfatti di sapere che esiste qualcuno che spiega le dinamiche dell’affetto e della sessualità ai figli, sollevandoli da un compito talvolta impegnativo.

Brochure dei corsi 2020-2021