Un calcio alla paura, quella di non farcela. Un calcio allo scetticismo di chi dice che un futuro non sia possibile, dopo un trapianto.
Un calcio alla convinzione che, da una vita, non ne possa rinascere un’altra. Domenica, la “Partita per la vita” porta in campo operatori del 118, medici, amministratori, rappresentanti del mondo del volontariato, in una sfida che vede protagonisti i calciatori della Nazionale Trapiantati: arriveranno dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Calabria, pur di dare quel calcio sinonimo di forza, di “Io ci sono, nonostante…”.
Quest’anno, la partita farà tappa a Bobbio, il cuore della Valtrebbia che, domenica, aprirà un mese importante e decisivo, per il suo futuro sanitario (ne riferiamo nel dettaglio in queste pagine), con nuovi progetti, perché l’ospedale di comunità diventi un punto di riferimetno e non un’anticamera per la sua chiusura.

Il fischio di Baldino
Il fischio d’inizio della partita di domenica sarà affidato al direttore generale dell’Ausl, Luca Baldino.
Lo stesso che, a Bobbio, aveva giurato che non sarebbe stato toccato un posto letto, mantenendo ad oggi la promessa. «Trapiantare è vivere», ha ricordato il direttore. «Non posso che ringraziare il mondo del volontariato, che raggiunge risultati incredibili, come dimostrato dalla “Partita per la vita».

Poliziotto generoso
L’iniziativa è intitolata alla memoria di Pierluigi Braghi, come spiegato da Michele Lizzori (Aido): Abitava a Niviano, ma era originario di Bobbio. Era un poliziotto che, dopo la sua scomparsa, ha donato gli organi. Era giusto ricordarlo, con questo appuntamento a lui dedicato».
Stefano Nani (118) e Luisella Zanlunghi (coordinatrice primo intervento di Bobbio) ha sottolineato come la Nazionale Trapiantati riesca ad affrontare 30 partite all’anno e l’importanza dell’iniziativa a Bobbio, simbolo dell’Appennino che non si arrende.

Sette donazioni nel 2017
Massimo Nolli, coordinatore locale del programma Trapianti e donazioni e direttore di Anestesia, ha ricordato, tra le criticità, la difficoltà di individuare, in tempi rapidissimi, chi è donatore e chi no: «Esiste l’opportunità concreta di segnalare la propria volontà», ha sottolineato.
«Quest’anno siamo già arrivati a sette donazioni, Piacenza dimostra grande sensibilità. Cinque di queste erano multiorgano. Vuol dire che sono state aiutate 15-20 persone, nel giro di cinque-sei ore. Vuol dire vita».

Midollo in volo
Angela Rossi (Admo) e Laura Bocciarelli (Avis) hanno sottolineato come la donazione non sia solo un atto di generosità ma anche di amore verso se stessi: «Dovrebbe diventare uno stile di vita », hanno concordato. «Proprio in queste ore stiamo aspettando midollo osseo dall’altra parte del mondo, a beneficio di un piacentino », ha precisato la biologa Rossi. «Si tratta dell’ottavo trapianto di midollo osseo dall’inizio dell’anno».

Comuni “dormienti”
Molto c’è ancora da fare: «Ad oggi solo una decina di comuni – precisamente 14, per un totale di circa 1500 sì da parte dei residenti – su 48 hanno aperto alla possibilità di inserire la volontà di donare gli organi nella propria carta d’identità. Si deve fare di più», ha detto Luigi Baldini di Aido, l’associazione
che conta 16mila iscritti.

Il programma
Alle 11.30, domenica, le squadre saranno presentate in piazza Duomo; dopo l’aperitivo e il pranzo proposto dall’Accademia della Cucina Piacentina, alle 14.30, partita dei Pulcini; alle 15.30, allo stadio Bianchi, inizierà la sfida.
A presentare, Marzia Foletti, giornalista di Telelibertà.

La formazione in campo
Giocheranno, domenica, contro la Nazionale Trapiantati: Lunardini, Boselli, Scopelliti, Tosca, Gentili, Mattiuzzo, Lombardi, Raggi, Nani (allenatore), Zago, Sorrentino, Beghi, Capriati, Taranti, Diblasi, Magnacavallo. Capitano, il direttore Baldino.