Un ideale giro intorno al mondo, sulle ali di una canzone, appesi ad una irresistibile melodia. Distanze immense colmate da una nota. Due rime preziose sotto braccio, a tracolla la magia di un desiderio. “Cahiers de voyage” che si riempiono. Chiunque abbia una storia da raccontare può partecipare. Sguardo alla meta, occhi puntati su Andar per sogni, il delizioso spettacolo ideato dallo showman e gallerista piacentino Maurizio Sesenna e andato in scena al Teatro President.
Una serata organizzata con la Famiglia Piasinteina per promuovere le donazioni di sangue in favore dell’Avis provinciale. La musica unisce persone e popoli, le divisioni stanno altrove. Sul palco una valigia di ricordi ed emozioni. Un fantastico reportage, a spasso per Parigi, Berlino, Barcellona, Buenos Aires, Il Cairo, Dublino, New York e poi un salto in Italia, Napoli e Palermo. E proprio dalla Sicilia inizia la “nostra” peregrinazione. Si spalacano gli orizzonti della poesia di Karel Capek.
Qui è l’eclettico Maurizio Sesenna che prima legge uno spezzone tratto da Fogli italiani, poi presta la sua voce al folk siciliano con Mi votu e mi rivotu. Intenso e brillante Sesenna, insieme ad una bravissima Lucia Pradelli, ha cucito un puzzle prezioso. Musica ma non solo: brevi scritti di semplici viaggiatori e citazioni di famosi poeti e scrittori hanno “preso per mano” lo spettatore. Un ventaglio variopinto che soffia versi nel profondo con Nazim Hikmet, Italo Calvino, il Pablo Neruda di Saprai starmi vicino e il Jim Crow di Langston Hughes. Ma riprendiamo il viaggio musicale. Dopo Palermo si prende la strada per Buenos Aires con le atmosfere del tango argentino “disegnate” dalla fisarmonica dell’eccellente Bruno Orlandi. Con i trascinanti The Clover si passa alla tradizione celtica, eccoci a Dublino e poi ad Edimburgo: qui svetta la ballata MacPherson’s lament. Si torna sul Vecchio Continente direzione Berlino con la limpida timbrica di Bettina Block accompagnata alla tastiera da Massimo Cottica: in scaletta Die Moritat von Mackie Messer di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht e Nur nicht aus lieben weinen di Theo Mackeben.
Arrivano poi le sinuose incursioni della scuola di danza orientale Al Hambra. A seguire riflessi da Cuba (El quarto de la tula) e dall’Ucraina (Sesenna regala la canzone popolare Due colori). Un angolo di Spagna con Un anno d’amore di Mina e poi dritti verso gli Usa (New York, New York). Due momenti struggenti, protagonista Lucia Pradelli. Il tenore Gianni Zucca ci conduce per i vicoli di Napoli con Reginella e O’ marenariello. Milly Morsia, invece, ci fa prendere con assoluta maestria la rotta di Parigi: Milord (celebre l’interpretazione di Édith Piaf) e Canzone dei vecchi amanti di J. Brél. Sulle tracce del gospel con Sara Stoppelli, Saverio Zanoli e Lucia Pradelli: I do worship e Total praise. La scena, con il morbido tappeto sonoro creato da Max Repetti alla tastiera (numerosi i suoi interventi durante lo spettacolo), è ancora della scuola Al Hambra con Flamenco arabo anticipato dalla poesia Passione andalusa.
La serata volge al termine con due perle del cantautorato italiano interpretate a “quattro mani” da Sesenna e Pradelli: Una lunga storia d’amore di Gino Paoli e Caruso di Dalla. Tutti in campo, nel finale, per una versione multilingue di Che sarà. L’abbraccio del pubblico è sincero, applausi convinti.
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